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Capitolo E: Gli insegnamenti della restaurazione del capitalismo negli ex paesi socialisti

1. Al XX congresso del PCUS nel febbraio del 1956, una nuova borghesia s’impadronì del potere politico in Unione Sovietica. Essa fu portatrice apertamente del revisionismo moderno e restaurò, progressivamente, il capitalismo. Il socialimperialismo sovietico si è sviluppato sulla base di questo capitalismo monopolista di Stato di tipo nuovo. L’Unione Sovietica fu, per circa 40 anni, un sostegno e un modello per i proletari e i popoli oppressi del mondo intero nelle loro lotte. Il socialimperialismo sovietico divenne, al contrario, a fianco degli Stati Uniti, un cardine mondiale della reazione, dello sfruttamento e della preparazione delle guerre imperialiste.

2. La restaurazione progressiva del capitalismo portò all’abolizione dei principi socialisti. La soddisfazione sempre maggiore dei bisogni materiali e culturali di tutta la società fu rimpiazzata dalla ricerca del massimo profitto. La nuova borghesia poteva disporre dei principali mezzi di produzione, delle banche, delle organizzazioni commerciali e dei mezzi di trasporto. Essa reclamava una parte dei benefici corrispondenti alla sua posizione nella burocrazia.

 

3. Con l’aiuto dei propri accoliti negli altri partiti comunisti, la direzione revisionista del PCUS impose la via capitalista alla RDT e alla maggior parte dei paesi del vecchio ambito socialista, gettandoli in una dipendenza neocoloniale nei confronti dell’Unione Sovietica attraverso la trasformazione capitalista del COnsiglio di Mutua assistenza ECONomica (COMECON).

 

4. Per imbrogliare le masse popolari, la nuova borghesia della vecchia RDT caratterizzò il suo sistema di dominio come «Stato operaio e contadino». Il SED, revisionista, si presentava come il partito marxista – leninista della classe operaia e impose alle masse popolari un’ideologia pseudo marxista – leninista unita a qualche miglioramento sociale. Abusò del coinvolgimento sincero di molte persone per simulare il «socialismo reale». Nello stesso tempo, tutti i tentativi di opposizione democratica o gli stessi marxisti – leninisti, venivano impietosamente repressi dai servizi di sicurezza dello Stato. Si instaurò un clima di paura, di spionaggio e di denuncia.

 

  1. Il tracollo economico e politico dell’Unione Sovietica e della sua struttura di dominio neocoloniale nel 1991 venne salutato da tutti i media borghesi del mondo come la “fine del socialismo” e “l’inizio di un nuovo ordine mondiale”. In realtà, il mondo stava assistendo al declino di una parte del sistema imperialista mondiale che era stato fino ad allora caratterizzato dalla rivalità tra le due superpotenze: Stati Uniti e Unione Sovietica.

I rapporti di produzione burocratico – capitalisti sclerotizzati e la concentrazione di una gran parte del potenziale economico dell’Unione Sovietica verso l’armamento nucleare ebbero come conseguenza un arretramento dell’economia sempre maggiore. La politica della “Perestroika” di Gorbaciov avrebbe dovuto servire a diminuire il ritardo economico per favorire un riavvicinamento e una compenetrazione progressiva dei due sistemi capitalisti. Il risultato è stato un tracollo economico e politico, espressione del fallimento del revisionismo moderno e che acutizza la crisi generale del capitalismo.

 

6. La restaurazione del capitalismo fu il frutto della presa del potere di una burocrazia degenerata in modo piccolo – borghese che si era sviluppata nel corso di un lungo processo in seno alla direzione socialista dell’economia, dello Stato, del partito. La base materiale di ciò sono le contraddizioni, ancora esistenti, tra i paesi capitalisti e socialisti, tra il lavoro manuale ed intellettuale, nonché tra la città e la campagna, i residui di produzione mercantile, l’esistenza di rapporti familiari borghesi e piccolo – borghesi e, nondimeno, gli effetti dell’ideologia borghese.

La burocrazia piccolo – borghese ricerca dei privilegi personali, favorisce il nepotismo e il carrierismo, opprime le critiche schiette che vengono dal partito e dalle masse, abusa dei suoi poteri per motivi egoistici e si distingue per un modo di parlare vuoto e servile con modi di dire marxisti – leninisti.

 

7. L´MLPD riconosce i grandi meriti della costruzione del socialismo in Unione Sovietica e nella RDT. I meriti del popolo sovietico nella sconfitta del fascismo di Hitler sono inalienabili. Dopo la morte prematura di Lenin, Stalin ha continuato a portare l’Unione Sovietica sulla via socialista combattendo contro la resistenza accanita dei nemici interni ed esterni.

Tuttavia, la lotta ideologica indispensabile contro il modo di pensare piccolo – borghese fu trascurata e si rinunciò alla mobilitazione delle masse contro i rappresentanti della burocrazia che stavano subendo una degenerazione piccolo - borghese. Questi furono i due errori principali di Stalin. Una Commissione Centrale di Controllo indipendente fu organizzata nel 1923, sotto la direzione di Lenin, per garantire un controllo sereno in primo luogo sul comitato centrale del Partito. La perdita del carattere indipendente della commissione centrale di controllo sotto Stalin, nel 1933, fu l’espressione della sottostima del pericolo di restaurazione del capitalismo.

Invece che dalla Commissione, la lotta contro la cattiva gestione economico – burocratica e il sabotaggio, venne condotta unicamente con dei metodi amministrativi da un servizio segreto esso stesso burocratizzato. I metodi di gestione burocratico – centralisti della direzione del partito, dell’economia e dello Stato non furono toccati. Persone innocenti furono “giustiziate” o condannate alla prigione con delle false accuse.

 

8. Nella RDT, il burocratismo piccolo – borghese si era sviluppato molto presto tra i dirigenti del SED. La sfiducia verso le masse e i metodi di dirigenza burocratico – centralisti si sostituirono sempre di più al paziente lavoro di persuasione e al centralismo democratico.

Il 17 giugno 1953, in più di 270 località dell’RDT, centinaia di migliaia di operai scesero in sciopero contro l’aumento degli obiettivi di produzione imposti dall’alto in modo burocratico. La direzione del SED non era né disposta né era in grado di comprendere i reali insegnamenti di questa giusta critica da parte delle masse. L’imperialismo tentò di appropriarsi di questo movimento di massa per fini antisocialisti. Questo tentativo divenne il pretesto per reprimere militarmente la critica delle masse. In tal modo si soffocarono gli inizi, pieni di speranza, di una costruzione socialista.

 

9. L’insufficiente consolidazione della coscienza socialista delle masse dei lavoratori e dei membri del partito, la loro vigilanza rivoluzionaria insufficiente e il debole controllo democratico sui responsabili degli organi direttivi permisero alla burocrazia nel partito, nello Stato e nell’economia di degenerare in un senso piccolo – borghese, di avviare il SED verso la via revisionista e di far nascere una borghesia di tipo nuovo.

 

10. Dopo il 1956, il PC cinese, sotto la direzione di Mao Tse - Tung, divenne l’avanguardia della lotta contro la presa del potere da parte dei revisionisti moderni. Nel 1966, Mao Tse - Tung sviluppò l’idea della Grande Rivoluzione culturale proletaria come forma suprema della lotta di classe nel socialismo. Egli comprese che la mobilitazione ideologico – politica delle masse di milioni di operai, contadini, intellettuali rivoluzionari e della gioventù costituiva lo sbarramento decisivo per impedire la restaurazione del capitalismo. La Grande Rivoluzione culturale proletaria rappresenta il metodo decisivo di lotta contro la minaccia di una presa del potere da parte del revisionismo, attraverso lo sviluppo a salti della coscienza socialista delle masse e il consolidamento della dittatura del proletariato.

La presa del potere revisionista sotto la direzione di Deng Xiaoping nella Repubblica Popolare Cinese dopo la morte di Mao Tse - Tung nel 1976, riconsiderò i risultati della Grande Rivoluzione Culturale Proletaria. Così iniziò la restaurazione del capitalismo in questo paese, conducendo allo sviluppo del socialimperialismo cinese.

 

11. Il movimento marxista – leninista e operaio internazionale deve trarre le proprie conclusioni dalla restaurazione del capitalismo in tutti i paesi che prima sono stati socialisti, senza alcuna eccezione. La lotta di classe tra la via socialista e la via capitalista determina lo sviluppo delle contraddizioni nella società socialista per un lungo periodo storico. Questa lotta prende principalmente la forma della lotta per il modo di pensare.

Non si può costruire il socialismo con un modo di pensare piccolo – borghese. Al contrario il socialismo viene demolito, svuotato del proprio contenuto ed infine distrutto. Il socialismo può vincere solo se prevale il modo di pensare proletario, socialista. Per far ciò sono decisivi il controllo sul modo di pensare della burocrazia responsabile a tutti i livelli e lo sviluppo e la consolidazione del modo di pensare proletario delle masse.

 

12. Dopo la fine del vecchio anticomunismo aggressivo, le classi dominanti praticano una nuova forma di propaganda borghese, l’anticomunismo moderno. Questo è comparso quando era il momento di trarre le conseguenze dalle esperienze negative della restaurazione del capitalismo.

L’anticomunismo moderno si è ipocritamente adattato allo spirito del tempo, adotta una posizione “critica” nei confronti della società capitalista per diffamare, allo stesso tempo, il socialismo. Costantemente nuove storie atroci, dubbie e insostenibili sull’ex Unione Sovietica e sulla Cina di Mao Tse - Tung tendono a generare sistematicamente riserve anticomuniste nelle masse di fronte all’alternativa socialista. In tal modo gli errori realmente commessi durante la Grande Rivoluzione culturale proletaria sono utilizzati per falsificarne la sua natura e gettare discredito sui suoi obiettivi. Questa propaganda può riassumersi demagogicamente sotto i termini di lotta borghese allo “stalinismo” e al “maoismo”.

I maggiori esponenti dell’anticomunismo moderno sono, generalmente, dei vecchi uomini di sinistra, “pentiti”, o vecchi membri delle classi dirigenti venuti dai caduti paesi burocratico – capitalisti che vogliono giustificare il loro tradimento. In quanto testimoni principali di un preteso fallimento del socialismo, essi vengono, insieme ai loro partiti, sistematicamente promossi dal capitale monopolista e rivalorizzati con delle partecipazioni al governo.

La lotta contro l’anticomunismo moderno è il cuore della lotta dei marxisti – leninisti per il modo di pensare delle masse. Gli insegnamenti di Marx, Engels, Lenin, Stalin e Mao Tse - Tung e le loro applicazioni alle relazioni della realtà sociale in divenire costituiscono le basi decisive della nascita di un nuovo balzo della lotta per il socialismo.

 

13. Il socialismo non è alla sua fine. Al contrario, l’idea del socialismo è viva tra le masse popolari di tutti i paesi e sta guadagnando strada nuovamente, in quanto la crisi generale del capitalismo mostra ogni giorno una nuova lezione oggettiva sulla necessità di una società socialista. Il socialismo è la sintesi delle idee e delle conquiste più progressiste dell’umanità. Il socialismo non è una teoria astratta e non intende appiattire l’umanità, ma si sviluppa a partire dalla varietà della vita e dalla lotta delle masse. È il prossimo passo sociale in avanti nel quale il progresso rivoluzionario delle forze produttive sarà messo in opera a beneficio dell’insieme della società.

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